Ditemi voi di grazia | Corriere dell’Irpinia

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Ditemi voi,  di grazia, signori e padroni del Partito Democratico a Roma, a Napoli e anche ad Avellino (ammesso che, nella fattispecie, abbiate contato più del due di briscole), se in questa campagna elettorale politica, cosi vergognosamente e catastroficamente perduta, c’era un candidato alla presidenza del Consiglio che non fosse Giorgia Meloni? E, se c’era, ditemi chi era, come si chiamava. Io non me ne sono accorto. E, con me, tutti gli italiani. E giacché è umanamente impossibile  un popolo di sessanta milioni di distratti, perché non c’era un candidato del PD alla presidenza del Consiglio, così che a vincere è stato il centrodestra a trazione estrema destra. Ditemi voi, sempre voi signori e padroni del PD, ridotto ai minimi storici e in condizioni miserrime al punto da non suscitare manco compassione, se il governo Draghi era così capace da propinare agli italiani un rancio che, come i militari, trovavano “ottimo e abbondante”, più del 40% di loro hanno votato  per un partito che stava  all’opposizione, Fratelli d’Italia, e per un altro partito che ha mandato Draghi  a casa, i pentastellati in versione  Giuseppe Conte?.

      Ditemi voi perchè  non avete elaborato un programma serio, credibile incisivo con cui affrontare l’emergenza sanitaria ancora perdurante e quelle socio-economica, ambiental-climatica, unitamente a un progetto di sviluppo fondato sul superamento del dualismo Nord-Sud, sulla dignità del lavoro, sui giovani, le donne, per una società sempre più democratica, non più mercificata, ma libera, più uguale? Se l’avete fatto, ditemi dove lo posso leggere. In compenso, ho letto le vostre liste. Al riguardo chiedo sommessamente: qualche moglie, figlio, famiglio, amico, compare non ve lo potevate risparmiare, non foss’altro che per un minimo di senso della misura e del decoro? Mica si trattava di una lista di nozze. O no, data la vostra propensione per i banchetti?

Ditemi, di grazia, sempre voi, quelli di prima e non solo Letta, poveraccio, ma anche voi che lo avete stretto e condizionato da tutti i lati,  perché durante i vostri discorsi elettorali a pochi intimi e a tante sedie vuote, non avete mai  parlato di mafia e di questione morale?. Ah, scusate, con certi candidati che vi ritrovate era come parlare di corda in casa dell’impiccato. Capisco. Anzi, capisco anche perché avete lasciato a Conte il monopolio del discorso antimafia e le candidature di magistrati simbolo della lotta al crimine organizzato.

E ditemi ancora – e, se sono insistente, scusatemi –  perché avete  lasciato a Conte  anche il monopolio della battaglia sul reddito di cittadinanza, per cui in Campania e al Sud ha trionfato o quasi? Ah, siete contrari agli abusi. Ma che carini! Avete, però, mai sentito parlare di evasione fiscale a miliardi, di affari sporchi, tangenti, collusioni mafia-politica? A me, i nababbi, che scialano con gli stipendi  e i privilegi dei parlamentari, sembrate voi. Non quelli del reddito di cittadinanza, manco gli abusivi. Ma dal momento che gli elettori vi hanno trattato per quel che meritate, anche  se ora ci troviamo, dopo un secolo (1922, Mussolini-2022, Meloni), di fronte a qualcosa che non lascia propriamente sereni,  ditemi voi quand’è che ve ne andate e lasciate il campo ai giovani, alle donne, eredi Moro e di Berlinguer, della Nuova frontiera kennedyana, alla gente seria, colta, pulita?   Orsù, un atto di dignità, sia pure tardivo,  e sloggiate!

di Luigi Anzalone



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