Da Ariano, l’appello di Fortini per salvare la scuola pubblica nelle aree interne

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Ariano – Una grande mobilitazione di cittadini ed istituzioni a difesa della scuola pubblica, perché rischia di scomparire nei territori delle aree interne. Questo è l’appello che l’assessora regionale Lucia Fortini ha lanciato ad Ariano. Lo ha fatto nel corso del convegno che si è svolto questa mattina sul tema “La scuola di oggi e di domani in Irpinia”. E quindi chiede che si alzi un muro di popolo.

L’iniziativa,  voluta dall’assessora all’Istruzione, la vice sindaco Grazia Vallone si è svolta presso l’Auditorium arianese. Sono state  poste sul tavolo le tante criticità presenti nel settore per il territorio irpino e l’assessora regionale ha quindi chiesto la mobilitazione generale.

Anche gli altri intervenuti hanno ribadito i pericoli che queste aree che già soffrono lo spopolamento, corrono anche con la perdita delle scuole. E l’Irpinia soffrirà i  provvedimenti che si stanno adottando, così come tutte le aree interne.

Le preoccupazioni dell’assessora Fortini sono state rafforzate da quanto hanno detto gli altri intervenuti. A cominciare dal sindaco Enrico Franza, nel corso dei saluti portati all’assemblea, dalla consigliera provinciale Laura Cervinaro, che ha portato i saluti del presidente dell’Amministrazione provinciale Rizieri Buonopane, e quindi della vice sindaco di Ariano Grazia Vallone, che ha voluto fortemente questo appuntamento e che ha consegnato dati che riguardano Ariano e che non sono soddisfacenti, in prospettiva.

Bisogna ricordare soprattutto gli interventi di due dirigenti scolastici, Franco Di Cecilia e Marco De Prospo che hanno ribadito i problemi esposti aggiungendone altri.
Tutti si sono detti preoccupati per la paventata autonomia differenziata. Essa in pratica smantella l’unità che c’è stata e la scuola viene divisa in venti sistemi diversi, sotto ogni aspetto. In pratica con la riforma saranno sancite le differenze in maniera evidente, e un secondo aspetto pone in evidenza che la legge finanziaria prevede un nuovo parametro con l’autonomia e cioè che le presidenze devono avere 900 alunni, fino ad ora era di 600 alunni.

Di Cecilia ricorda quindi che un terzo di presidenze salterà creando una condizione difficile ed ingestibile. Ma ha anche ricordato che una struttura così articolata sul territorio porta anche a tagli del personale, e dei  collaboratori scolastici che sono parte importante del mondo della scuola.  Il dirigente scolastico Di Cecilia ha quindi lanciato due proposte. La prima di  allargare la visione del mondo della scuola. E cioè che possa presentare progetti di servizio civile che la Regione dovrà finanziare, e la seconda riguarda una azione parlamentare volta al rinnovo di una vecchia legge del 50, che recuperi i  comuni montani. Per fare un esempio, comuni come Ariano o Frigento, sono parzialmente montani con evidenti problemi per il futuro. Il dirigente scolastico Marco De Prospo, con veemenza ha  ricordato l’attacco che si sta portando alla scuola pubblica. La si sta delegittimando per favorire il settore privato. Una politica che il dirigente De Prospo, «Ha messo in campo la destra estrema per colpire la scuola pubblica».

Ed ha ricordato i vari ministri della Pubblica istruzione, a cominciare da De Sanctis per giungere all’attuale del quale non si ricorda neanche il nome. E quindi da Ariano parte la richiesta dell’assessora regionale Fortini di una grande mobilitazione popolare e di istituzioni per farsi sentire ora e non  quando le scuole pubbliche saranno soppresse.

E a quel punto non ci saranno dirigenti, maestri collaboratori scolastici. Intanto la Regione ha presentato ricorso alla Consulta avverso la decisione del Governo, ma gli intervenuti hanno mostrato, a latere del convegno, dubbi sull’accoglimento del ricorso.



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