Avellino-Twente, storia di un’amichevole fantasma

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Dopo la prima salvezza in A, nel novembre 1979 l’Avellino decide di regalarsi un test amichevole di stampo internazionale e invita al Partenio il Twente. La formazione olandese è reduce dalla finale di Coppa UEFA del ’75, dalla semifinale di Coppa delle Coppe dell’anno prima (’78) e annovera tra le sue fila calciatori come Drost e Bos. L’occasione di ospitare una formazione straniera ad Avellino intriga la società biancoverde, che già pregusta una piacevole giornata di sport e un buon incasso.

Il Twente accetta di giocare ad Avellino dopo aver pattuito con gli irpini un ricco compenso: 18 mila dollari. La data scelta per l’incontro è quella del 19 novembre, alle ore 14:30. Il grande giorno arriva, i Twentenaren si presentano al Partenio, ma il riscontro non è quello sperato. Alle 14:15, ad un quarto d’ora dal fischio d’inizio, gli spalti del Partenio sono praticamente vuoti: 300 i presenti, appena 187 i paganti.

Il flop è sotto gli occhi dei pochi presenti e allora il club biancoverde cerca di mediare con gli olandesi. Giocare in queste condizioni non conviene a nessuno. Il Twente si accontenta dunque di ricevere 7500 dollari, meno della metà pattuita inizialmente, mentre viene comunicato l’annullamento del match per impraticabilità del campo. Chiaramente si tratta di una scusa, come testimoniato dal successivo allenamento svolto dai lupi e dalle parole di Sibilia: “I dirigenti olandesi si sono dimostrati dei veri signori. Molto comprensivi”, dirà l’allora amministratore delegato dei lupi.

Oggi dunque ricorre il 41° anniversario di una delle poche gare internazionali disputate dai lupi. Anzi, dall’unica amichevole fantasma nella lunga storia dell’Avellino.





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