Apple Pie, parte da Avellino la battaglia per le famiglie omogenitoriali: difendere i diritti

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Parte da Avellino la  battaglia per consentire alle famiglie omogenitoriali di vedere riconosciuti i propri diritti. Questo pomeriggio il confronto nella sala consiliare del Comune di Avellino promosso da Apple Pie, in collaborazione con l’amministrazione comunale e Rivoluzione Familiare. A portare il proprio contributo alla riflessione Gianluca Festa; gli avvocati Miguel Coraggio e Nadine Sirignano, professionisti responsabili dello Sportello legale promosso da “Apple Pie” e referenti della campagna “Rivoluzione Familiare”;  Mattia Tortono, psicologo e psicoterapeuta; la dottoressa Chiara Centenari, del Gruppo Pediatria di genere A.C.P.; l’architetto Alice Luchini, referente dell’associazione “Famiglie Arcobaleno” per le regioni Campania, Calabria e Basilicata. A fare da moderatore  l’avvocato Giovanna Megna. E’ Coraggio a sottolineare come “le famiglie omogenitoriali non hanno gli strumenti per poter ottenere fin dalla nascita il riconoscimento del rapporto di genitorialità con entrambi i genitori. Di qui il ricorso all’espediente della stepchild adotion che rientra nella legge sull’adozione in vigore, per far riconoscere il proprio figlio. Può capitare, ad esempio, che un bambino concepito all’estero in Italia, venga riconosciuto come figlio di uno dei due. Perciò se la coppia si lascia e il genitore riconosciuto lo abbandona, rischia di essere considerato orfano e di essere dichiarato adottabile. Il problema è la distinzione che ancora esiste nell’ordinamento tra coppie unite civilmente e coniugi, ecco perchp vogliamo estendere la campagna di Rivoluzione familiare anche ai single che vogliono adottare, vogliamo chiedere che le garanzie riconosciute alle coppie etero sposate siano garantite anche alle coppie unite civilmente. Il nostro impegno sarà quello di portare nei tribunali italiani le istanze di queste coppie, esaminare caso per caso nella speranza di poter arrivare ad un intervento legislativo”. E’ l’avvocato Giovanna Megna a spiegare “Il percorso delle famiglie omogenitoriali è oggi a ostacoli, è allarmante il clima sociale nel quale viviamo, dobbiamo fare i conto con una omofobia istituzionalizzata, con un panorama sociopolitico in cui certi comportamenti violenti dietro l’angolo sono legittimati, c’è un’esposizione maggiore alla violenza e questo non è tollerabile. Ecco perchè vogliamo riportare la discussione sul binario giusto e sgomberarla dal clima da derby calcistico”. Sirignano sottolinea come “Dobbiamo unirci perchè siano riconosciuti diritti civili a tutti, famiglie e bambini non possono risentire del delle scelte politiche. Partiremo dal grande clamore che ha suscitato il diniego che ha dovuto oppoire il sindaco di Milano Sala alla trascizione di un atto di nascita di un bambino con due padri. Lo analizzeremo alla luce della normativa, in vigore, così da proporre una via interpretativa agli amministratori. L’obiettivo è fare rete con altre associazioni per dialogare con le istituzioni”. E’ lo psicologo Tortono a sottolineare come è “necessario promuovere una cultura differente rispetto a situazioni e scenari che sono oggi cambiati ma che sono ancora poco comprese. I dati scientifici devono aiutarci a smantellare i pregiudizi che ancora esistono sulle famiglie omogenitoriali”. il vicesindaco Nargi sottolinea la volontà dell’amministrazione comunale di “mantenere alta l’attenzione sul tema dei diritti. E’ vero che ‘l’amore crea una famiglia” ma non basta, la strada è ancora lunga, vogliamo difendere i diritti delle famiglie arcobalene e sensibilizzare la comunità di Avellino sul tema. Siamo orgogliosi di poter ospitare il Pride il 10 giugno”


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