Alto Calore, Ciarcia: una commissione antimafia? Festa chiarisca, è più di un anno che aspetto un incontro – IL CIRIACO

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«Una commissione comunale antimafia che indaghi su Alto Calore? Si può fare? E che significa? Il sindaco deve chiarire e farlo al più presto perché queste sono cose che investono anche l’onorabilità delle persone. E io sono pronto anche a querelare». Michelangelo Ciarcia non ci sta a fare da bersaglio delle invettive del sindaco di Avellino che, nella polemica di questi giorni sulla costituzione parte civile dell’ente di Piazza del Popolo, ha coinvolto anche l’azienda di Corso Europa. Rispondendo ad una richiesta dell’opposizione, infatti, Festa si era detto favorevole all’istituzione di una commissione consiliare antimafia, a patto che si occupasse anche di Alto Calore, Asi, Gal e via dicendo. «Non so davvero se sia possibile – dice il numero uno di Corso Europa – ma se vuole sapere qualcosa su Alto Calore io sono a disposizione».

Ciarcia, si aspettava questo attacco?

«Non è il primo in realtà, ma la cosa che mi dispiace di più è che da più di un anno sto aspettando di avere un colloquio con il sindaco di Avellino».

Non vorrà farci credere che non vi siete mai incontrati…

«Guardi, essendo il comune di Avellino socio di riferimento, cosi come la Provincia, ho contattato, anche attraverso Pec, i due enti per poter incontrare il sindaco ed il Presidente della Provincia e spiegare loro la situazione di Acs e quello che stavamo facendo».

E li ha incontrati?

«Biancardi si. Abbiamo discusso e successivamente abbiamo anche condiviso delle iniziative. Col sindaco di Avellino non c’è stata occasione: prima ha rinviato, poi mi ha messo in contatto col suo staff e siamo arrivati al punto che, da oltre un anno, non mi ha ancora ricevuto. Se vuol sapere qualcosa sulla situazione di Acs sono qui, ma non consento illazioni a nessuno. Lui dice di essere onesto? Bene, io lo sono più di lui, ammesso che esistano parametri per misurare l’onestà. Quello che chiedo è che chiarisca una volta per tutte cosa vuol dire commissione antimafia che indaghi su Alto Calore».

In attesa di questo incontro, qual è la situazione di Acs? L’emergenza Covid quanto e dove ha inciso?

«Quest’anno, lo avevo detto, avrebbe dovuto essere buono in rapporto a due obiettivi che ci eravamo dati. Il primo è la conferma, con numeri leggermente superiori, dell’utile che già avevamo registrato l’anno scorso e il secondo è il mantenimento della soglia debitoria entro i limiti dei dodici mesi precedenti».

Sono stati centrati questi obiettivi?

«Posso dire che l’utile ci sarà. Abbiamo continuato nella politica di limitazione dei costi, tagliando quelli inutili, a cui si aggiunge la riduzione del personale con i pensionamenti, personale che non viene integrato visto che non possiamo fare assunzioni».

E per i debiti?

«Non è ancora certo, visto che stiamo lavorando, ma forse non riusciremo a tenere la soglia debitoria entro i 140 milioni».

Per quale ragione?

«Non siamo riusciti ad incassare la percentuale che prevedeva il piano Pozzoli, ovvero l’ottanta per cento. Con l’avvio dell’operazione recupero crediti, partita durante la precedente gestione e continuata dal sottoscritto, per il 2016 e il 2017 siamo arrivati quasi al 90 per cento mentre per il 2018 all’85 per cento. Purtroppo per il 2019 siamo al 76 e per il 2020 al 74 per cento. In genere queste somme, che aggiustavano la percentuale, si recuperano in primavera, ma quest’anno l’emergenza sanitaria ha frenato un po’ tutto. E per questo, anche se non è ancora una certezza, forse la soglia debitoria subirà una piccola crescita».

Come pensate di recuperare?

«Abbiamo, proprio stamattina, fatto partire la prima gara per un recupero crediti da 15 milioni su quelli indicati da Crearci (la società incaricata ndr) e ne faremo altre suddividendole per tipologie e quindi facendo delle gare ad hoc».

Prima ha fatto riferimento alla riduzione del personale che non viene integrato: si riesce a lavorare normalmente anche se il personale diminuisce?

«I tirocinanti ci stanno dando una grossa mano. La riduzione del personale, anche per dei pensionamenti, continua ma riusciamo a svolgere il servizio in maniera efficiente nonostante i problemi di sempre: le reti obsolete, le rotture frequenti e la siccità che continua. Ovviamente non possiamo andare avanti all’infinito: il periodo dei tirocinanti terminerà ad agosto ed allora bisognerà assumere, solo che per poterlo fare dovremo essere usciti dalla crisi e per uscire dalla crisi bisogna tenere i bilanci in ordine e cosi via…».

Servirebbero risorse e l’appoggio della politica, lei sente di averlo o magari pensa che c’è chi, anche il sindaco di Avellino che non ha fatto mistero di ritenere necessario un nuovo management, stia lavorando per sostituirla?

«Sinceramente non credo che i sindaci si faranno coinvolgere dalle beghe politiche o lo faranno in pochi. Io ho fatto il sindaco e conosco i problemi e non credo che si lavori per aiutare qualcuno a sostituirmi. Non è certo per vantarmi ma credo sarebbe difficile mettere in discussione il rigore e la concretezza che ho messo nella gestione di Acs, se accade mi si faccia dire che forse l’azienda non ha futuro».

Lei quindi crede che la politica sia dalla sua parte?

«Io credo che la politica debba risolvere i problemi. E nel caso di Acs darmi una manio ad ottenere il finanziamento di 32,5 milioni erogato da Sace con la garanzia al 90 per cento di Cassa Depositi e Prestiti. Ma nonostante questo la banche continuano a fare orecchie da mercante perché siamo un’azienda in crisi. Da solo non riesco ad ottenere gli aiuti che pure sono stanziati in notevole misura, ci vorrebbe la politica che continua a non darmi una mano e a pensare ad altro…».



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